Aggiornamenti dal Guatemala

08/09/2010 - 31/12/2010

Care amiche e cari amici delle ragazze e ragazzi di strada,

Dopo settimane di silenzio, dovute a problemi di salute che mi hanno fatto ritardare il mio viaggio, vi mando la prima lettera, non dalla strada, ma sulla strada. Sono quotidianamente in contatto con il Mojoca con mail e skype, soprattutto con i giovani del Comitato di Gestione, con i dipartimenti di amministrazione e di contabilità, con la casa delle bambine, bambini e delle giovani donne. Nora, che doveva accompagnarmi per un mese, è andata da sola e ha fatto un buon lavoro di supervisione e di formazione. Spero che vi comunicherà la sua visione del Mojoca perché sono utili punti di vista diversi.

 

 

PIOGGE TORRENZIALI DA DUE MESI

Tempeste tropicali, piogge torrenziali da almeno due mesi, stanno causando danni incalcolabili slittamenti di terreno che seppelliscono decine d persone, distruzione di tronchi di strade intercontinentali che rendono impossibili le comunicazioni. E, come sempre, i più colpiti sono i poveri. Molte Quetzalitas con i loro figli, molti giovani che vivono in condizioni precarie con i loro figli in condizioni molto fragili, spesso in casupole costruite al bordo di burroni in una delle tante baraccopoli delle capitale, sono in pericolo.

Molte bambine e bambini delle nostre ragazze sono con la mamma in uno squallido ospedale pubblico per una bronco-polmonite e, circa un mese fa, è morto nell’ospedale generale San Giovanni di Dio, un bambino di cinque anni che viveva nella casa dell’Otto Marzo, con la mamma Myriam e la sorellina Mishell.

 

 

BANDE CRIMINALI HANNO IL CONTROLLO DI ZONE SEPREE PIÙ ESTESE DEL TERRITORIO

Come negli anni della guerra civile in Salvador c’erano le zone libere controllate dalla guerriglia, il Guatemala ha sempre più zone e quartieri liberi dominati da bande di delinquenti e dove l’esercito e la polizia non osano entrare. E’ il caso de “El Limòn”, quartiere periferico della zona 18, dove ho vissuto per dieci anni nella casa del mio grande amico Piero Nota. Piero fu costretto alcuni anni fa a tornare in Italia con la famiglia che viveva con lui perché, dopo minacce senza effetto, i narcotrafficanti fecero irruzione nella casa obbligandoli all’esilio. Il loro lavoro con i giovani gli sottraeva manodopera. Molti dei nostri giovani vivono al Limòn o in quartieri e baraccopoli simili in condizioni di pericolo. Lì i prezzi per affittare una o due camere sono più bassi perché la gente fugge altrove e chiudono i negozi.

 

 

HANNO ASSASSINATO ERIKA

La chiamavano “la Coniglia.” Era stata la compagna di uno dei capi di una mara più crudele e temuto che, dal carcere continua le sue attività criminali. Da lui aveva avuto un figlio, poi è entrata alla casa delle ragazze dove aveva fatto progressi spettacolari. Lavorava come aiutante cuoca. Ebbe un secondo figlio. Il primo era geloso, non mangiava più, regrediva a fasi superate perdendo in controllo degli sfinteri. La madre tentava di risolvere i problemi con le maniere forti. Alcuni proponevano di castigarla, invece, con Naty che era di turno in casa, le abbiamo spiegato le ragioni del comportamento di suo figlio e consigliato un modo diverso di trattarlo. Lo fece ed in poco tempo la situazione cambiò radicalmente, madre e figlio vissero il tempo più bello, penso, della loro vita.

Dopo, lei trovò un altro compagno e andarono a vivere tutt’e quattro in una camera affittata. Dopo una breve luna di miele, cominciarono i problemi, i colpi, la droga. Si separarono, persero tutto ciò che avevano, lei tornò nella strada. Aveva conservato legami con l’ex-compagno delle maras. Fu arrestata e incarcerata. Liberata ritornò alla stessa vita dopo aver dato i figli a un giudice che li rinchiuse, povere creature, in un’istituzione dove non abbiamo il diritto di visitarli. Il loro futuro è incerto, in bilico tra l’adozione e la strada.

Poi la conclusione tragica della breve vita di Erika, ritrovata assassinata giovedì scorso. In me si mescolano sentimenti diversi, il dolore per la perdita di una persona cara con la quale ho vissuto nella nostra casa e il gusto amaro della disfatta perché non sono, non siamo stati capaci di salvare lei ed i figli. Abbiamo ancora molto da imparare su come dare una mano a chi esce dal carcere e che spesso fa paura per i suoi legami con le maras. Abbiamo ancora molto da apprendere per dare la priorità a chi ne ha più bisogno.

 

 

FINALMENTE INIZIA L’IMPRESA DEL MOJOCA CHE SI CHIAMERÀ PROBABILMENTE “LABORATORI SOLIDARI”

Hanno lo scopo di dare un lavoro alle ragazze e ragazzi usciti dalla strada o che vogliono uscirne a partire dai nostri laboratori di pasticceria e di sartoria. E possibilmente di fare benefici per sovvenzionane le altre attività del Mojoca. E’ dal 2007 che se ne parla e dal 2008 che si cerca la via per realizzarla. Avevamo dovuto prendere atto del fallimento dei programmi di micro-imprese e di inserimento professionale e l’INA-FICT tramite l’intascabile Vincenzo Castelli ci proponeva una sovvenzione per tale iniziativa con finaziamenti dalla Cooperazione italiana. L’iniziativa non era facile: bisognava trovare persone capaci di montare un’impresa con giovani non abituati a lavorare e trovare la via che permettesse ad un’assoluzione non lucrativa di farla. Fu l’oggetto della prima riunione del Consiglio d’Amministratone appena arrivai in Guatemala. Con Nora, chiesi a Mirna Cuté che studiava in una facoltà di amministrazione d’impresa, se voleva incaricarsi della responsabilità dell’impresa e si dimostrò subito interessata.

Ma i tempi non erano maturi. Tutto fu bloccato nell'agosto 2008 con i tentavi di estorsione e, le minacce di morte contro vari di noi e la rinuncia dell’amministratrice dell’epoca. Molti avevano paura, alcuni pensavano a dimettersi. Non era il tempo per nuove iniziative.
Bisognava rassicurare prendendo misure di sicurezza, mantenere in piedi le attività esistenti, cercare una nuova amministratrice. Tutto questo succedeva mentre si ricostruiva la casa della tredicesima strada e che le attività erano disperse in vari locali.

Furono necessari quasi due ani per trovare la formula che ci permettesse di emettere fatture. Abbiamo scartato, dopo uno studio attento, l’idea di società anonima o personale perché avrebbe dato ad altri l’impresa del Mojoca, e anche la cooperativa perché era impossibile per noi avere i requisiti richiesti dalla legge. Altre proposte furono rifiutate dall’Ufficio delle Entrate e finalmente i nostri revisori dei conti hanno ottenuto il permesso di emettere fatture per prodotti dei nostri laboratori senza perdere il nostro statuto di associazione non lucrativa esente da imposte.

Nell' agosto di quest’anno, Patty Garcia, che era la responsabile dei laboratori, delle micro-imprese e del reinserimento professionale rinunciò al suo lavoro. Le circostanze erano favorevoli a rilanciare la proposta di affidare a Mirna la responsabilità dei laboratori solidari della quale non avevo cessato di parlare con lei durante i due ultimi anni. Nora ha saputo cogliere questo momento favorevole per riproporre questa idea.

Mirna inizia il suo nuovo lavoro questo 16 settembre con un contratto a progetto che prevede, però, un impegno minimo di ¾ del tempo normale di lavoro. Potrà unire studio e pratica. Spero che potrà raggiungere in modo ragionevole gli obiettivi del suo contratto in un clima di amicizia e di collaborazione con tutto il Mojoca. A lei e a tutto il Mojoca i miei affettuosi auguri di riuscita.

 

 

ALTRI CAMBI

Melina Garcìa è stata nominata alla Otto al posto di Mirna, E’ giovane, ma molto apprezzata dalle ragazze e dalle bambine e dai bambini della Otto e penso che lavorerà in armonia con Naty e contribuirà allo sviluppo della casa. Affettuosi auguri anche per lei e per tutta la comunità delle ragazze.

Prepariamo altri cambiamenti per l’inizio del 2011.

I notevoli progressi della nostra scuola con tre maestri nuovi – si prevedono almeno dieci volte più promozioni che l’anno scorso – sono la prova che bisogna avere il coraggio di compiere i cambi necessari

 

 

LE LEZIONI DI UNA CADUTA

I problemi di salute, conseguenze di una mia caduta all’inizio di giugno, rendono più necessaria che mai la partecipazione di tutti, in Guatemala, in Italia e in Belgio, Spero di avere il tempo necessario di formare i quadri del Mojoca. Persone esperte a livello internazionale come Ellen, Verryt o dirigenti di ONG locali o di sindacati, apprezzano molto la nostra presidenta per la sua visione della società, la sua capacità di elaborare rendiconti descrittivi e di elaborare progetti. Dimostra anche doti di mediatrice, comprende bene il nostro progetto. La sua esperienza e l'elaborazione della sua vita di strada le danno una grande sensibilità sociale. La nostra psicologa ha fatto grandi progressi nel suo lavoro professionale ed una buona formatrice. Purtroppo ci lascia la seconda psicologa, Patty Morales, perché si sposa e va a vivere in Perù. Ha lavorato molto bene con le Mariposas e riusciva a far parlare dei loro problemi le bambine e i bambini che subivano violenze sessuali. Il settore di contabilità è efficace, la segretaria lavora in modo eccellente. I nuovi maestri sono molto bravi e, chi più chi meno, tutti i giovani del Comitato di Gestione si sono responsabilizzati maggiormente. Tutte e tutti commettono errori, devono migliorare, ma la mia visione del personale è positiva.
Ma più che mai, care amiche ed amici, le ragazze ed i ragazzi di strada e del Mojoca hanno bisogno della vostra amicizia per realizzare i loro sogni.

 

 

Un cordiale abbraccio. Gerardo

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