Fondazione Pequeño Trabajador

 

I PROGETTI

NATs per... Organizzazione di Volontariato sostiene le iniziative della Fondazione dal 2004, garantendo il funzionamento delle attività scolastiche dell'Estudio Taller.

Nel triennio 2009-2011 abbiamo sostenuto il progetto Scuola di dignità e pace, che ha permesso un'azione più incisiva e globale, toccando le diverse aree di funzionamento della controparte. Il progetto è stato sostenuto dalla Regione del Veneto, dalla Fondazione San Zeno e da una rete di associazioni partner in tutta Italia, in particolare S.A.L. - Solidarietà America Latina (Roma), A.S.A.L. - Associazione Studi America Latina (Roma), Colombia Es (Scandicci - FI), Associazione Latinoamericana (Vittorio Veneto - TV), Associazione Gruppo Vulcano (Bassano del Grappa - VI), oltre che dalla FAI CISL Regionale Veneto e dal Comune di Giavera del Montello (TV).

Il progetto aveva come scopo principale l'attivazione di processi di empowerment comunitario focalizzandosi sul fenomeno del contrasto dello sfruttamento del lavoro minorile nel settore di Patio Bonito, nella città di Bogotà. Nel corso del triennio, sono state supportate le quattro aree della Fondazione:
- Area pedagogica: garantito l'accesso all'istruzione attraverso il funzionamento di una scuola primaria a circa 120 studenti.
- Area socio-politica: supportati i gruppi di adulti legati alla promozione dell' empowerment territoriale locale per la definizione di azioni comuni volte al miglioramento delle condizioni di vita proprie e della comunità.
- Area umana: creato un laboratorio di lavorazione della soia per l'introduzione dell'alimento nella dieta quotidiana di base; permessa l'azione di una nutrizionista in ambito medico e formativo all'interno della Fondazione; sostenuta una mensa per bambini malnutriti.
- Area produttiva: creato nuovo laboratorio di serigrafia, aumentata la capacità produttiva dell'area grazie all'acquisto di uno stock di materie prime oltre al rafforzamento della presenza della Fondazione nei circuiti del commercio equo-solidale locale ed internazionale.

Progetto "Universos de Aprendizaje"

Dal 2012 ad oggi, assieme alla rete di associazioni che si è creata a favore della Fondazione, stiamo sostenendo il progetto Universos de Aprendizaje. Si tratta di rafforzare la componente educativa del Pequeño Trabajador in senso ampio. Riunisce in sè le attività di rinforzo scolastico, le iniziative di cittadinanza attiva con gli adolescenti, i giovani ed i genitori, per avere un maggiore impatto a livello comunitario. Il progetto è stato e sarà sostenuto con i proventi della campagna Ciocco Latino, nel periodo di Pasqua.

 

LA FONDAZIONE

La Fundación del Pequeño Trabajador lavora da oltre 25 anni nel settore di Patio Bonito, uno dei quartieri più disagiati di Bogotà. La popolazione target dell’azione della Fondazione sono i bambini lavoratori in condizioni di desplazamiento (rifugiati interni), data l’elevata incidenza del fenomeno nel settore. Si tratta di una fascia di popolazione minorile molto colpita dall'esclusione sociale, sia per il loro status di minori desplazados (quindi più vulnerabili e facilmente sfruttabili), che di lavoratori (con orari pesanti che impediscono di frequentare la scuola). A seguito della politica di sradicamento del lavoro infantile, i NATs sono ancora più esposti a soprusi e violenze o a cadere vittime delle reti della prostituzione e della droga; quasi sempre non riescono ad accedere all'istruzione pubblica.

Per definire i propri interventi all’insegna del protagonismo dei NATs (Niños, Niñas i Adolescentes Trabajadores), la Fondazione è suddivisa in aree operative:

- AREA PEDAGOGICA. Dal 1998 è attiva una scuola elementare (Estudio Taller para NATs), nata dall’esigenza di educazione degli stessi bambini lavoratori, gestita dalla Fondazione, che garantisce agli studenti l’accesso all’educazione primaria che altrimenti non riceverebbero per mancanza di posti disponibili, o per la situazione di esclusione sociale a cui sono sottoposti. Oltre alle materie di base, si impartiscono delle nozioni che permettono ai NATs che la frequentano di sviluppare il protagonismo, la cittadinanza attiva, il senso di responsabilità verso di sé e la propria comunità. La Fondazione si avvale di educatori ex-bambini lavoratori, che permettono un approccio orizzontale, e cioè una relazione paritaria tra bambino ed educatore, consentendo di vincere le resistenze ad un’educazione tradizionale che questi studenti manifestano. Infatti, solamente un ex bambino lavoratore capisce il sentimento di rifiuto nei confronti delle istituzioni, e quindi anche della scuola, che manifestano i bambini lavoratori. E' importante sottolineare come l'utilizzo di una pedagogia adeguata alle necessità dei NATs vada anche a favore di una maggiore sensibilità rispetto ai traumi subiti a causa del desplazamiento, di cui questi bambini sono vittime e per cui si necessita un'attenzione adeguata.
Recentemente, la Fondazione ha avviato le pratiche di legalizzazione per poter essere riconosciuta anche come scuola superiore, in modo da poter sviluppare un’azione che copra l’intero iter scolastico.
Parallelamente, si è già formato un gruppo di 10 ragazzi, che collaborano nelle attività della Fondazione, che ha manifestato la volontà di voler proseguire gli studi anche a livello superiore/universitario, segno di una maturata consapevolezza di poter ambire, con il supporto adeguato, ad avere una vita più degna di quella che avrebbero potuto avere senza l’aiuto della Fondazione.
Sempre all’interno dell’area pedagogica, ci si è accorti di come fosse fondamentale sviluppare un approccio più integrale nei confronti dell’educazione dei NATs. Ci si riferisce all’esigenza di coinvolgere anche i genitori nelle attività portate avanti dalla Fondazione, dato che molto spesso i ragazzi si scontrano con l’ostilità dei genitori, che non comprendono l’importanza di poter ricevere un’educazione che miri all’empowerment. Infatti, fa parte della cultura delle zone rurali, da cui la maggior parte dei desplazados proviene, che i bambini siano considerati forza-lavoro nell’ “azienda” famiglia. Tuttavia, le dinamiche della città in cui sono stati costretti ad emigrare sono molto diversi ed impongono lo sfruttamento economico dei loro figli in condizioni molto pesanti, pregiudicanti la loro salute psico-fisica. In questo senso, il lavoro della Fondazione su protagonismo e promozione dei propri diritti-doveri, nonché sulla promozione del lavoro degno, sostenuto in particolare dai laboratori di economia solidale attivi all’interno della stessa, non trova una facile comprensione da parte dei genitori dei bambini che frequentano la Fondazione.Graziead una ricerca-azione svolta coinvolgendo i genitori dei NATs afferenti alla Fondazione, si è conformato un gruppo di genitori, denominato Taitas (dalla parola indigena che significa saggio). Capendo l’importanza della formazione rivolta ai loro figli, i Taitas hanno cominciato ad incontrarsi regolarmente all’interno della Fondazione e questo percorso, anch’esso mirante a sviluppare il protagonismo dei genitori, ha favorito l’emersione dei loro bisogni, soprattutto rispondenti all’esigenza di alfabetizzazione e formazione professionale.
Grazie all’approccio integrale esercitato dalla Fondazione, si è sviluppato un crescente riconoscimento all’interno della comunità locale, la quale appoggia l’attività della Fondazione in modo partecipe, risultato poco consueto in un settore che per la presenza dei gruppi armati irregolari tende piuttosto ad una marcata omertà. 

- AREA POLITICA. La Fondazione fa parte del MOLACNATs (Movimiento Latinoamericano de Niños y Adolescentes Trabajadores), e per lo stesso è sede della piattaforma in internet, finanziata da Save the Children Svezia, la quale permette di coordinare le azioni condivise dei diversi movimenti nazionali a livello latino-americano. L’area politica è l’incaricata di mantenere gli accordi istituzionali e di effettuare un’opportuna attività di lobbying per il riconoscimento della valorizzazione critica del lavoro infantile da parte del governo colombiano, come azione politica nei confronti del problema dello sfruttamento del lavoro infantile, che non preveda lo sradicamento del fenomeno, ma un graduale miglioramento delle condizioni di lavoro dei bambini lavoratori, affinché possano vivere il lavoro come un momento di formazione e di crescita che non leda la loro infanzia. L’area politica gestisce 2 gruppi di NATs di differenti età, che si incontrano settimanalmente per svolgere attività che vanno dalla lettura critica del proprio contesto, allo sviluppo del protagonismo, all’ideazione di interventi concreti per migliorare le loro condizioni di vita, come lo sono stati la nascita dei laboratori di economia solidale. 

- AREA UMANA. È l’area di più recente formazione, nata per rispondere alle costanti sfide trasversali sorte nei diversi ambiti in cui l’organizzazione opera. Gli interventi riguardano: azioni volte al miglioramento della salute fisica e nutrizionale; attività di mediazione giuridica dei conflitti, come pratica di pacificazione all’interno della famiglia, della scuola e della comunità; attività volte all’educazione sessuale con l’obbiettivo di ridurre i fenomeni di abuso e violenza intra ed extra-familiare.

 

 


La classe prima elementare della Escuela Taller para NATs (2008)

 

- AREA PRODUTTIVA. Per rispondere attivamente alle esigenze manifestate dagli stessi NATs, e per dare un’opportunità concreta di uscire dallo sfruttamento minorile, la Fondazione ha creato alcuni laboratori di economia solidale. I laboratori, gestiti dai collaboratori (ex-NATs) della Fondazione, permettono di ricevere una formazione sui principi dell’economia solidale e di esercitare un’attività lavorativa in condizioni degne, con orari che permettono lo studio e l’attività ricreativa. I laboratori artigianali che si stanno implementando, sono nati da uno studio di fattibilità che ha tenuto conto delle esigenze dei NATs, dei costi di produzione, dei possibili mercati di sbocco. Attualmente i laboratori prevedono la produzione di carta riciclata, il confezionamento di biglietti augurali creati con la stessa, la stampa di magliette, la creazione di giochi e portapenne realizzati con il legno, la realizzazione di agende e block notes con la copertina di legno intagliato. Oltre a questi, da qualche mese la Fondazione ha attivato dei laboratori di allevamento biologico di quaglie e vendita di uova, coltivazione biologica di verdura e preparazione di yogurt naturale.

 


Da sinistra verso destra: un momento della lavorazione per il riciclaggio della carta; un momento della produzione di portaritratti ricoperti con bucce di mandarino; una NATs confenzionando un bigliettino augurale

 

Patio Bonito, zona periferica di Bogotá, conta oltre 100.000 abitanti, anche se cifre non ufficiali stimano un valore di 150.000, essendo una zona ad alto tasso di desplazados. Si tratta infatti della terza zona di Bogotà per densità di popolazione desplazada e presenta alti livelli di violenza in famiglia, maltrattamento dei minori e lavoro infantile. È popolata da bande di giovani e risulta una zona poco sicura anche a causa della delinquenza comune.

Oltre al riciclaggio e ai venditori ambulanti, la fonte di maggiore impiego è costituita da Corabastos, il più grande mercato ortofrutticolo del Paese.
Proprio a causa di queste caratteristiche il quartiere presenta alti indici di povertà, che si uniscono ad uno sviluppo urbano disordinato, servizi sanitari ed educativi limitati, scarse opportunità di impiego. Si tratta di fattori che rendono molto pericolosa la zona, tanto che gli indici di violenza per omicidio, stupro e attività militari irregolari, ne fanno uno dei quartieri più difficili della capitale. Per quanto riguarda l’infanzia, in un contesto in cui la violenza è la normalità, considerando sia la delinquenza comune sia quella organizzata, si trova una bassa offerta educativa ed un’alta diserzione scolastica accompagnata dall’inesistenza di mezzi di espressione, di opportunità lavorative o spazi di formazione e ricreazione. Questi elementi, insieme al desplazamiento e alla disgregazione familiare, sono concause del fenomeno del lavoro minorile. Già a partire dall'età di sei anni, infatti, i bambini aiutano i genitori a lavorare, prevalentemente nel mercato ortofrutticolo di Corabastos, scaricando e caricando la frutta e verdura dai camion, oppure nella vendita ambulante di generi alimentari, nel riciclaggio di carta, bottiglie, lattine, utensili e oggetti di ogni tipo, ma anche nel riciclaggio della frutta e verdura buttata a Corabastos perché non vendibile. L'applicazione delle politiche di sradicamento del lavoro infantile, generate dagli obbiettivi perseguiti dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro, non migliorano la situazione. Infatti le famiglie, i cui figli lavorano per dare un apporto all'economia domestica di sussistenza, necessitano per la loro sopravvivenza del contributo economico della propria prole. Per affrontare questo problema negli ultimi anni sono stati attivati mezzi repressivi con lo scopo di impedire ai minori di lavorare, ma questa politica non si è rivelata efficace. Anzi, i bambini, che non possono più lavorare nel mercato ortofrutticolo, sono costretti a cercare nuove forme di impiego, spesso peggiori perché notturne o in luoghi meno controllati dalla polizia. Un ulteriore risvolto negativo di queste politiche è l'aumento della microcriminalità e dei delitti contro la persona. Infatti, i bambini/adolescenti che non possono più lavorare perché perseguitati, sono maggiormente attratti dalle molteplici possibilità di far parte di una banda giovanile o delle organizzazioni armate dedite al traffico di droga e della prostituzione presenti nel territorio. Molto spesso si tratta di adolescenti che non hanno potuto studiare e che ormai hanno un'età che non permette loro di iniziare il ciclo di studi nella scuola pubblica: hanno quindi molto tempo libero che, in mancanza di altre valide alternative, impiegano in attività illecite.

Banchetto Informativo