Guatemala

La storia del Goathemala (paese dai tanti alberi) è un lungo percorso di guerra che ha avuto come esito il progressivo impoverimento della popolazione indigena.
I guatemaltechi, discendenti del popolo Maya, ottennero l’indipendenza dalla Spagna nel 1821. D’allora la politica del paese è stata caratterizzata da continue lotte tra destra e sinistra fino a quando, negli anni cinquanta, la riforma agraria ed il tentativo di ridare la terra ai contadini espropriando i grandi latifondi delle multinazionali americane, porta all’intervento della CIA ed all’instaurazione di un regime militare che causerà trent’anni di guerra civile e la morte di più di 200.000 tra studenti, lavoratori, contadini.

Gli accordi di pace siglati nel 1996, hanno chiuso più di trent’anni di conflitti che hanno lasciato una società frammentata ed uno Stato militarizzato, che ha portato avanti imponenti abusi dei diritti umani durante il conflitto.

Il referendum del 1999 ha rifiutato ben 47 riforme costituzionali che avrebbero portato ad uno Stato multilinguistico, multietnico, multiculturale, riconoscendo i diritti delle popolazioni indigene e limitando il potere dei militari. Dopo un periodo di corruzione e debolezza nello stato di diritto sotto la Presidenza Portillo, il Presidente Berger, eletto nel 2003, ha rinnovato l’amministrazione statale, siglando un compromesso con la popolazione rispetto alle misure da prendere per realizzare gli accordi di pace, definito poi in una legge quadro del Congresso del 2005 chiamata Ley Marco de los Acuerdos de Paz. Inoltre è stato ridotto il ruolo ed il peso dell’apparato militare nella vita politica, aumentando invece la possibilità di partecipazione politica dei cittadini nelle questioni di pubblica rilevanza, favorendo il processo di decentralizzazione amministrativa e di sviluppo locale. Tuttavia, l’apparato statale rimane debole, senza una reale modernizzazione del sistema, che contribuisce alle difficoltà nel garantire i diritti umani ed altri diritti costituzionali. Se a questo si aggiunge la bassa motivazione dei dipendenti pubblici a tutti i livelli e l’esistenza di un sistema clientelare che governa ogni tipo di contratto e transazione, si può facilmente intuire il perché dell’esistenza di vere e proprie emergenze relativamente al traffico di droga, alla presenza di organizzazioni criminali o della delinquenza giovanile.

Il peggioramento della situazione di pubblica sicurezza ed il fenomeno delle maras (gangs giovanili) costituiscono il principale test per il Governo. Il numero degli omicidi, soprattutto di donne ha rilevato nel 2005 un tasso di 16 assassinii al giorno. Strettamente connesso è il traffico di droga. Il Guatemala non si distingue tanto come produttore, quanto come corridoio della droga proveniente dal Sudamerica.

Agli inizi del 2007, il Governo ha stabilito una Commissione Internazionale contro l’Impunità in Guatemala, a tutela dei difensori dei diritti umani e di tutti coloro che operano in questo settore, per evitare le minacce e le interferenze da questi subite nel loro lavoro. Nonostante gli accordi di pace, molto deve essere ancora fatto per cercare di restituire alla memoria comune gli orrori del passato contro le popolazioni indigene, ma soprattutto per attribuire in maniera definitiva le responsabilità di quei reati. Nel novembre 2006, è stato pubblicato il primo studio relativo a Discrimination and Racism.

Largamente dovuto ad un’eredità storica, il Guatemala risulta avere tassi di povertà ed iniquità molto alti, rispetto ad altri stati con lo stesso livello di reddito.

Il Guatemala risulta essere al 118° posto nello Human Development Report del 2008. Metà della popolazione è indigena, discendente dai Maya, la maggior parte situata in zone rurali, ai margini della società. Il Guatemala ha uno dei più alti tassi di povertà in America Centrale ed alcuni dei più bassi indicatori sociali. Anche a causa dell’alto tasso di crescita della popolazione, il 51% delle persone vive al di sotto della soglia di povertà, di cui il 15% vive in estrema povertà. I dati forniti dalla Banca Mondiale nel 2008, indicano che in linea generale, la povertà è scesa tra il 56 ed il 51% tra il 2000 ed il 2006, mentre rimane invariato il dato relativo all’estrema povertà. Questa situazione è largamente dovuta alla crescita economica, e soprattutto al peso detenuto dalle rimesse degli immigrati negli Stati Uniti, che toccano il 12% del PIL. È importante segnalare come i tassi di povertà crescano soprattutto nelle zone rurali (70%) e fra le comunità indigene (56%).

 

L’economia si fonda sul settore dei servizi (61% del PIL), a cui segue l’industria (25,8% del PIL), e l’agricoltura che contribuisce per il 13,6% (CIA 2008) del PIL nazionale. Tuttavia, il settore agricolo conta con i 2/5 delle esportazioni, ma sopratutto impiega la metà della forza lavoro locale, risaltando la situazione di arretratezza del Paese.. Grazie agli accordi di pace del 1996, la situazione macroeconomica si è stabilizzata. Il Central American Free Trade Agreement (CAFTA), entrato in vigore nel 2006, ha portato ad un incremento degli investimenti nel settore delle esportazioni, ma le lacune a livello di sicurezza, la presenza di lavoratori poco qualificati e la mancanza di infrastrutture, hanno favorito le imprese straniere. Questa situazione alimenta una iniqua distribuzione dei redditi, contribuendo alla situazione di povertà esistente.

 

La povertà è chiaramente associata con i bassi livelli di educazione, di accesso alle strutture sanitarie, di produttività del lavoro. La stessa geografia del Paese, contribuisce ad aumentare le iniquità.

Questa situazione inasprisce gli indicatori relativi alla salute, tra i più bassi in America Centrale. Gli accordi di pace includevano un forte rilancio del sistema di salute pubblica, destinando maggiori risorse verso le aree rurali, oltre ad una rinnovata enfasi nella prevenzione. Tuttavia i miglioramenti sono stati modesti. Guardando i dati, si può notare come quasi il 49% dei bambini (68% fra le comunità indigene) sotto i 5 anni soffra di malnutrizione (WHO 2005), e come 41 bambini su mille non riescano a superare il quinto anno di età (UNICEF 2006). I tassi relativi alla prevalenza dell’AIDS tra le persone comprese fra i 15 e i 49 anni sono ancora alti, risultando essere in media dell’1,2% (WHO/UNAIDS 2003). Anche se la situazione sanitaria è complicata, purtroppo non è ancora stato raggiunto il target di destinare l’1,3% del PIL al settore. Basti pensare che il 20% della popolazione non ha ancora accesso alle cure sanitarie, nemmeno al SIAS (Integrated Health Care System) introdotto da alcune ONG in zone rurali.

Per quanto all’istruzione, la spesa sostenuta per l’educazione è insufficiente rispetto alle necessità collegate allo sviluppo. Il tasso di analfabetismo è particolarmente alto nelle aree rurali, con una maggiore incidenza per le donne. Il tasso di analfabetismo fra gli adulti è del 25% per gli uomini, 37% per le donne (EIU 2008). Nelle aree rurali l’istruzione è minata dall’alto tasso di abbandono, di analfabetismo, ma anche dallo scarso accesso alle strutture educative. Le politiche educative presentano diverse lacune. Il Governo dovrebbe focalizzarsi sulla crescita della spesa pubblica, sull’implementazione di programmi che promuovano le pari opportunità di accesso alla scuola primaria e sulla valorizzazione dei corsi bilingue. Tuttavia i fondi destinati risultano essere stati troppo esigui, e solo negli ultimi anni, si registra un incremento fino al 6,5% del PIL nel 2005, rispetto al 2,7% del 2001 (EIU 2008).

 

 

ASPETTI LEGATI AI MINORI

La fascia di popolazione relativa ai minorenni (56% della popolazione) risulta essere molto pregiudicata dalla situazione sociale ed economica esistente. La violenza durante il conflitto armato ha comportato un numero molto elevato di bambini morti o dispersi, circa 40.000, di cui una larga parte è rimasta orfana o è stata abbandonata, soprattutto all’interno delle comunità Maya. Alcune questioni connesse con l’infanzia e l’adolescenza.

 

- Criminalità giovanile. Il crimine e la violenza causati da gang di strada, chiamate maras è cresciuto sensibilmente durante gli ultimi decenni in Guatemala, El Salvador e Honduras. A questi gruppi sono attribuiti reati come furti, aggressioni, rapimenti, omicidi, traffico di droga, creando uno stato di insofferenza sempre maggiore da parte della società. Lo Stato non ha preso misure drastiche come raid ed arresti arbitrari da parte della polizia previsti per legge come in El Salvador e Honduras, ma risulta essere chiara la presenza delle cosiddette “operazioni di pulizia” da parte delle forze dell’ordine. Questo tipo di misure, sembra essere indirizzato a contrastare i sintomi di una situazione, più che le cause, che erano facilmente prevedibili negli anni precedenti date le condizioni di povertà esistenti. In una società in cui non vi sono dignitose possibilità di lavoro, unirsi ad una gang sembra essere una strategia di vita più che razionale per molti giovani uomini, poveri ed esclusi. Ecco come la prospettiva offerta da una banda criminale sia quella di una seconda famiglia, grazie alla quale sopperire alle esigenze che la sopravvivenza impone.

 

 

 

Lavoro minorile. Le politiche sociali relative alle necessità dei giovani sono ancora molto scarse. Una buona parte dei minori inizia a far parte della forza lavoro subito dopo la scuola elementare, che il più delle volte non viene conclusa. Questo inevitabilmente va a creare il fenomeno del lavoro minorile. Guardando a recenti studi sul tema, il lavoro minorile risulta essere molto alto in Guatemala: si stima che il 31% dei minori sotto i 14 anni lavori. Nelle aree rurali, l’età in cui un bambino inizia a lavorare risulta essere minore rispetto alle zone urbane, normalmente tra i 7 e i 10 anni, normalmente aiutando i genitori in casa o nei campi (Istituto Nazionale di Statistica Guatemalteco). La povertà risulta essere una delle principali cause. In genere si tratta dei lavori più mal pagati, se non addirittura non pagati, oltre ad essere svolti nelle peggiori condizioni. Nelle zone urbane lavoro minorile significa entrare nel circolo dell’economia informale. Non avendo la possibilità di studiare, sia nelle zone rurali che in quelle urbane, la scarsa o inesistente presenza di programmi di riabilitazione, impedisce a questi ragazzi di poter uscire dalle condizioni in cui hanno vissuto la loro infanzia.

 

 

- Bambini di strada. In Guatemala vi sono tra i 1.500 ed i 5.000 bambini di strada, la maggior parte presenti nella capitale, Città del Guatemala. Le ragazze risultano essere tra il 20 ed il 30% del totale. Essendo un fenomeno difficile da misurare, è d’obbligo attenersi a stime, in base ai dati provenienti soprattutto dalle agenzie che lavorano a stretto contatto con il fenomeno. Secondo la definizione data dall’Inter – NGO Programme for Street Children and Street Youth, i bambini di strada sono quelli per cui la strada, molto più che la loro famiglia, è diventata una casa reale. La vita di strada rappresenta lo stile di vita dei bambini che per diversi motivi lavorano o vivono nella strada, assumendo propri valori culturali, codici di comportamento, stili di vita. Si possono distinguere due tipologie: i bambini di strada, che non hanno mantenuto nessun legame con la famiglia di origine, e trascorrono tutta la loro vita nella strada vivendo di espedienti; e i bambini nella strada, che dopo aver trascorso tutta la giornata nella strada, la sera fanno ritorno nelle proprie famiglie. Ci sono poi i bambini a rischio, che per le loro condizioni di vita di estrema povertà, sono ad un passo dal diventare di strada. I bambini e giovani di strada sono persone alle quali è negato qualsiasi diritto: alla vita, al rispetto della propria dignità come persona umana, all’alimentazione, ad una casa, alla salute, all’istruzione, al lavoro, alla partecipazione alla vita politica. Si tratta inoltre, di “non cittadini”. La maggior parte infatti, non ha documenti d’identità. Questo significa che legalmente non esistono, non possono partecipare alle elezioni, costituiscono il gruppo sociale più emarginato. Secondo dati forniti da Human Rights Watch, il 55% dei bambini di strada di Città del Guatemala è compreso tra i 10 e i 17 anni. Il resto risulta essere compreso tra i 18 ed i 20 anni, mentre solo il 3% riguarda i minori di 10 anni. Si tratta di minori che vivono per lo più nelle zone periferiche della capitale, e più del 60% di essi è originario dalla stessa Città del Guatemala. Nonostante questi numeri, non esiste un programma governativo che affronti il fenomeno. Una delle situazioni più devastanti che vivono i bambini di strada guatemaltechi è l’uso di solventi o colla, come forma di droga, che crea una dipendenza molto elevata, usati per scappare dal dolore, dalla fame, dalla desolazione. Ben il 75% dei bambini di strada versa in queste condizioni secondo i dati della ONG Casa Alianza. Rubare, prostituirsi e mendicare sono le attività che garantiscono la sopravvivenza economica dei bambini di strada. Si tratta per lo più di piccoli furti, e la prostituzione può iniziare già a 12 anni. Purtroppo l’uso delle precauzioni è pressoché inesistente, causando il fenomeno correlato delle ragazze madri, che se possibile, inasprisce le condizioni di vita di queste ragazze. Oltre a questo, è in aumento l’incidenza delle malattie sessualmente trasmissibili come l’AIDS, la sifilide, la tubercolosi. Oltre alla povertà, altre cause del fenomeno risultano essere l’abbandono e l’incesto, quest’ultimo vissuto dal 64% delle ragazze. Purtroppo, oltre a non esserci programmi di riabilitazione, le forze dell’ordine ed altre forze di sicurezza governative sono spesso implicati in aggressioni contro i bambini di strada. Non proprio raramente si arriva all’omicidio, ma più spesso si tratta di pestaggi, ingestione forzata di solventi, torture, mutilazioni, minacce di morte, che restano per lo più impuniti, se non socialmente accettati. Un’altra causa di morte è relativa alla relazione con le maras. Molte volte i bambini di strada sono usati anche dalle organizzazioni criminali come corrieri della droga, bande che possono ucciderli nel momento in cui non sono più utili o sono venuti a sapere troppe informazioni riguardo al traffico.


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