L'aiuto europeo non centra gli obbiettivi del millennio
17/06/2010 - 17/10/2010Gli Stati Membri dell’Unione Europea stanno mancando gli obiettivi dell’aiuto pubblico allo sviluppo e mettono a repentaglio tutti gli sforzi che internazionalmente si stanno compiendo per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, lo rivela il nuovo rapporto pubblicato oggi da Concord, la confederazione europea delle ONG di sviluppo.
Il rapporto, Rigore contro la Povertà: un maggiore e migliore aiuto europeo può mandare a segno gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio’è statolanciato alla vigilia dell’incontro dei leader europei, che si terrà a Bruxelles la prossima settimana, per discutere la posizione comune da tenere a settembre in New York al Summit delle Nazione Unite sugli MDG.
‘Rigore contro la Povertà’rivela che l’aiuto allo sviluppo europeo nel 2009 ammontava a 49 miliardi di euro, ossia lo 0,42%1 del PIL, un miliardo di euro in meno rispetto al 2008. Stime ufficiali per il 2010 prevedono che l’aiuto totale sarà allo 0,46% del PIL, molto lontano dall’obiettivo dello 0,56% concordato dai Paesi Membri nel 2005.
In termini assoluti questo significa un crollo nei finanziamenti di 11 miliardi, con alcune tra le maggiori economie europee – Italia (€4,5mld), Germania (€2,6mld) e Francia (€800ml) – tra i maggiori responsabili.
“Gli sforzi degli aiuti europei vengono vanificati dal mancato rispetto degli impegni. Nel 2005 i leader europei si impegnarono a stanziare lo 0,7% del PIL per combattere la povertà, ma 5 anni dopo sono decisamente fuori strada e stanno abbandonando anche gli impegni internazionali per l’efficacia dell’aiuoi2”spiega Hussaini Abdu, Direttore di ActionAid Nigeria. “Non stiamo chiedendo loro di diventare più ambiziosi sulla lotta alla povertà, solo di mantenere le promesse fatte sulla quantità e qualità degli aiuti” aggiunge.
Il rapporto annuale AidWatch mostra che, nonostante le percentuali di aiuto gonfiato riportate nelle statistiche continuino a diminuire rispetto al 2008, nel 2009 esso permane, per quanto riguarda l’Europa, a un livello pari a €3,8mld, ossia l’8% del totale3.
L’aiuto gonfiato include €1,4mld di cancellazione del debito, €1,5mld di borse per studenti e €0,9mld spesi per i rifugiati nei Paesi donatori – facendo scendere l’effettivo aiuto allo sviluppo europeo a solo lo 0,38% del PIL.
“Secondo la tabella di marcia prevista per il raggiungimento degli obiettivi del millennio, l’aiuto europeo è inferiore di 19 mld rispetto a quanto promesso ai Paesi in via di sviluppo entro il 2010, che corrispondono a
più della metà dei €32 mld annui stimati per raggiungere il solo obiettivo sulla fame4” afferma Justin Kilcullen, Presidente di CONCORD. Aggiunge Eduardo Sánchez, Presidente della Piattaforma di ONG spagnole “Questo è particolarmente frustrante perché dipende da un attore come quello europeo, che si definisce leader nello sviluppo internazionale”.
“È in gioco la credibilità dell’Europa come leader dello sviluppo globale. Se i leader europei sono seri nell’intenzione di recuperare la fiducia dei Paesi poveri, devono uscire dall’incontro della prossima settimana con un ambizioso piano d’azione sugli MDG” dichiara Elise Ford, capo dell’ufficio europeo di Oxfam International.
Concord, la confederazione che rappresenta oltre 1.600 ONG europee, chiede ai Governi del Continente di mantenere le promesse di un aiuto maggiore e più efficace. I leader europei devono approvare un piano di rientro, ossia un calendario di incremento su base annuale, in cui dichiarino gli obiettivi di aiuto che dovranno essere raggiunti. Dovranno, inoltre, trovare nuovi meccanismi di finanziamento dello sviluppo, come, ad esempio, un’imposta sulle transazioni finanziarie che, si stima, porterebbe entrate annuali tra €215mld e €1trl5, senza alcun costo ulteriore per i cittadini contribuenti. L’Europa deve smettere di utilizzare la contabilità creativa per gonfiare le perfomance dell’APS, riportando i Paesi in via di sviluppo e i loro cittadini al centro della propria azione per il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio.
Nonostante il notevole successo ottenuto nell’alfabetizzazione dei bambini e nella riduzione della mortalità infantile sotto i 5 anni: da 12,6 milioni nel 2000 a 9 milioni nel 2007, la fame nel mondo colpisce ancora più di un miliardo di persone ed è in crescita; l’obiettivo di dimezzare la povertà estrema sarà raggiunto molto dopo il 2015, scadenza degli Obiettivi del Millennio, lasciando in eredità un fallimento storico che comporterà che circa il 30% della popolazione mondiale sia sotto la soglia della povertà estrema.
L’Italia sarà in grado di raggiungere l’obiettivo europeo per l’aiuto pubblico allo sviluppo previsto per il 2010? NO.
Quantità dell’aiuto
Nel 2009, l’anno della presidenza italiana del G8, l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS) dell’Italia si è contratto del 31%, una riduzione superiore a quella della Grecia, riducendosi allo 0,16% del PIL. Si tratta del livello più basso dal 2004 che pone il nostro Paese all’ultimo posto nell’Europa dei 15 e ai suoi pari G7. L’Italia sarà la maggiore responsabile del mancato raggiungimento dell’obiettivo europeo per l’aiuto allo sviluppo dello 0,56% sul PIL, con 40% dell’ammanco europeo rispetto a quanto promesso nel 2005.
Qualità dell’aiuto
Nel luglio 2009 la cooperazione allo sviluppo ha approvato il piano nazionale per l’efficacia dell’aiuto, laborato durante sei mesi con il concorso attivo della società civile. Il documento prevede ventisei azioni di riforma e semplificazione gestionale della cooperazione del Ministero degli Affari Esteri per allinearsi al consenso internazionale sull’efficacia dell’aiuto. Tra le ventisei azioni, una riguarda la revisione di molte linee guida tematiche - istruzione, ownership democratica, ambiente, salute, cooperazione decentrata, e genere. Fino ad oggi le ultime tre linee guida sono già state aggiornate e approvate.
Le ONG chiedono al Governo italiano di:
- Produrre un piano per il riallineamento quantitativo dell’APS italiano, che preveda risorse in entrata vincolate alla cooperazione allo sviluppo;
-Impegnarsi a valutare annualmente la messa in opera di tutte le azioni previste dalle nuove linee guida di genere;
- Migliorare la trasparenza dell’aiuto, pubblicando on-line tutti i documenti di cooperazione allo sviluppo, inclusi gli accordi bilaterali;
- Aumentare la percentuale di APS destinata alle ONG, riallinenadosi alla media degli altri donatori;
- Rendere obbligatorie le consultazioni con la società civile dei PVS;
- Avanzare nello slegamento dell’aiuto, specialmente per i prestiti concessionali e per l’aiuto alimentare.
In allegato
Banchetto Informativo
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