Simposio FAO

Il futuro dell'alimentazione mondiale

05/04/2016

Il movimento

La Vía Campesina è un movimento internazionale, nato nel 1993 a Mons (Belgio), che unisce milioni di contadini e contadine, piccoli e medi produttori, popoli senza terra, indigeni, migranti e lavoratori agricoli di tutto il modo. Difende l’agricoltura sostenibile su piccola scala quale strumento per raggiungere la giustizia sociale e promuovere la dignità umana. Si oppone fermamente alle multinazionali e alle grandi imprese che stanno distruggendo i popoli e la natura.
Comprende circa 164 organizzazioni locali e nazionali in 73 paesi di Africa, Asia, Europa e America. È un movimento autonomo, pluralista e multiculturale, senza alcuna affiliazione politica, economica o di altro tipo.

La Vía Campesina è considerata ad oggi uno dei principali attori nei dibattiti alimentari e agricoli mondiali. Tenuta in considerazione da Istituzioni come la FAO e il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, gode di un grande riconoscimento da parte di altri movimenti sociali,  sia a livello locale che a livello globale.

L’obiettivo principale del movimento è rendere concreta la sovranità alimentare e contenere il distruttivo processo neo liberale. La sovranità alimentare è il DIRITTO dei popoli all’alimentazione sana e culturalmente adeguata, prodotta con metodi sostenibili, dando priorità alla produzione e al consumo di alimenti locali, e si presenta attualmente come una delle risposte più potenti all’attuale crisi alimentare, di povertà e climatica.
Si basa sulla convinzione che contadine e contadini, includendo pescatori, pastori e popoli indigeni, che costituiscono quasi la metà della popolazione mondiale, siano capaci di produrre alimenti per le proprie comunità e alimentare il mondo in forma, appunto, sana e sostenibile.

Per il movimento, la Conferenza costituisce l’organo di decisione più alto, riunendosi ogni quattro anni in uno dei Paesi delle organizzazioni membre. I temi che tratta sono:

> Biodiversità e Risorse Genetiche

> Sovranità Alimentare e Commercio

> Diritti Umani

> Agricoltura Contadina Sostenibile

> Migrazione e Lavoratori Rurali

> Parità di Genere

 

Biodiversità e tecnologie biogenetiche

Visione corporativa del futuro dell’alimentazione promossa dall’ONU: più di 100 organizzazioni della società civile allarmate dalla riunione della FAO sulle biotecnologie

Comunicato Stampa – La Via Campesina, ETC e GRAIN

(Roma, Lunedì 15 Febbraio, 2016)

Giusto quando le imprese biotecnologiche che producono sementi genetiche si stanno fondendo, la visione corporativa della biotecnologia aleggia nella FAO. Nel giorno inaugurale di un simposio internazionale sulle tecnologie agricole della durata di tre giorni, organizzato dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) a Roma, più di 100 movimenti sociali e organizzazioni della società civile (OSC) di quattro continenti, hanno promulgato una dichiarazione denunciando tanto l’essenza quanto la struttura della riunione, che sembra essere più di tutto, un tentativo dell’industria agraria multinazionale di orientare le politiche dell’agenzia dell’ONU rispetto all’appoggio di coltivazioni e allevamenti di animali geneticamente modificati.
Il movimento mondiale contadino e di agricoltura famigliare, La Vía Campesina, ha invitato le organizzazioni della società civile a firmare la petizione quando fu reso pubblico il programma dell’incontro.

Due degli oratori della FAO sono noti difensori del transgenico e il programma e gli eventi paralleli dei tre giorni includono dei portavoce della Biotechnology Industry Organization (un gruppo commerciale biotecnologico degli Stati Uniti), Crop Life Internacional (l’associazione commerciale mondiale agrochimica), DuPont (una delle maggiori compagnie mondiali biotecnologiche di sementi) e CEVA (una grande corporazione medico-veterinaria), tra gli altri.
La FAO ha invitato un solo oratore apertamente critico con i transgenici. Uno dei due oratori pro-transgenico è un ex-manager della FAO, che ha fatto pressione a favore delle cosiddette sementi Terminator (semi transgenici programmati per morire nel momento della raccolta, obbligando gli agricoltori a comprare nuove sementi ogni stagione) in opposizione alle precedenti dichiarazioni pubbliche della FAO. Il discorso del secondo oratore principale s'intitola "Mettendo fine al deviato dibattito globale riguardo la Biotecnologia", il quale suggerisce che il simposio FAO dovrebbe essere l’occasione per porre fine alle critiche alla biotecnologia.

Nella convocatoria di parte del simposio, la FAO sta cedendo alle pressioni dell’industria agraria che si sono intensificate dopo le riunioni internazionali sull'agro-ecologia del 2014 e 2015.
Le riunioni di ecologia agricola sono state un modello di apertura a tutti i punti di vista, dai contadini all’industria. Però l’industria della biotecnologia, sembra volere un incontro incontro su cui possa avere il controllo.
Questa non è la prima volta che la FAO entra in questo gioco. Infatti, nel 2010  convocò una conferenza sulle biotecnologie a Guadalajara (Messico), dove vietò la presenza degli agricoltori nella sua commissione organizzativa, nonchè tentò di impedire agli stessi di assistere all'incontro.

"Ci preoccupa che la FAO si presenti ancora una volta alle stesse imprese, giusto quando queste compagnie stanno parlando di nuove fusioni tra le stesse che concentrerebbero il settore del commercio delle sementi in meno mani.”, denuncia la dichiarazione delle OSC.

È evidente, in accordo con la Dichiarazione della Società Civile, che l’industria vuole utilizzare la FAO per rilanciare il suo falso messaggio sulle coltivazioni geneticamente modificate che possono alimentare il mondo e raffreddare il pianeta, mentre la realtà è che fino a oggi niente è cambiato.
Gli OGM non nutrono le persone, vengono per la maggior parte coltivati in pochi paesi, in piantagioni industriali di agro-combustibili e alimenti per animali, aumentando l’uso di pesticidi e allontanando i contadini dalle terre.

Le imprese transnazionali biotecnologiche stanno cercando di brevettare la biodiversità del pianeta, il che dimostra che il loro interesse principale è quello di raggiungere enormi guadagni e non quello di garantire la sicurezza o la sovranità alimentare. Il sistema alimentare industriale che promuovono queste imprese è anche uno dei principali responsabili del cambiamento climatico. Di fronto al rifiuto degli OGM da parte di molti consumatori e produttori, l’industria sta attualmente inventando nuove, e potenzialmente pericolose, tecniche di modificazione genetica delle piante, che non possano essere chiamate “OGM”, evitando così le regolamentazioni relative al transgenico e ingannando consumatori e agricoltori.

Le attività dell'agro-ecologia sono molto più vicine a ciò che la FAO dovrebbe attuare, segnala la dichiarazione, “come un centro di interscambio di conoscenze, senza nascondere i programmi e le iniziative future.”. Per quale motivo la FAO si autolimita ora nuovamente alla biotecnologia corporativa, negando l’esistenza di tecnologie alternative contadine? La FAO dovrebbe appoggiare queste ultime, che offrono la via più innovatrice, aperta, e efficace per porre fine alla fame e alla malnutrizione. “È ora di smetterla di appoggiare i rigidi programmi aziendali” dice la Società Civile "la grande maggioranza degli agricoltori nel mondo sono contadini, e sono i contadini che alimentano il mondo. Necessitiamo di tecnologie basiche contadine, non biotecnologie corporative.”.
“Questo è il momento in cui la FAO deve porre fine alla biopirateria e all’appoggio di coltivazioni geneticamente modificate, che servono esclusivamente a far si che poche imprese transnazionali si accaparrino e monopolizzino tutta la biodiversità esistente” ha detto Guy Kastler, leader de La Vía Campesina. "Al contrario, la FAO dovrebbe appoggiare le organizzazioni contadine e gli investigatori che lavorano alla coltivazione delle piante, collaborando per il miglioramento della sovranità alimentare e dell’agro-ecologia contadina”.


Potete leggere l'articolo in lingua originale alla pagina:
laviacampesina

Potete leggere il programma dettagliato del simposio:
http://www.fao.org/fileadmin/templates/agphome/agribiotech/Programme_Overview_detailed.pdf

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