Un appello dalla Bosnia-Erzegovina

02/01/2021

Migranti della rotta balcanica 2020-2021: l'inverno della disumanità

 

Appello urgente

 

 

Carissime /i, bentrovati!

 

 

          anticipiamo di una settimana la rubrica informativa per darvi conto delle migliaia di migranti, donne, uomini e bambini provenienti dal sud-est del mondo che sono intrappolati nei boschi della Bosnia Erzegovina, senza la possibilità di un rifugio, di un pasto caldo, di qualsiasi assistenza, trovandosi esposti alle rigide temperature invernali, costretti a vagare in un territorio infido e ostile, vittime di gran parte della popolazione locale che respinge qualsiasi richiesta di soccorso e delle autorità che non muovono un dito per proteggerli. Per non parlare di quelli che riescono a raggiungere la frontiera croata, venendo respinti, picchiati, a volte torturati e rispediti in Bosnia. O di quelli che sono presenti in molte cittadine bosniache, come ad esempio a Velika Kladusa o Tuzla, abbandonati completamente a se stessi. 

 

          In Bosnia-Erzegovina i pochi campi-profughi disponibili sono tutti occupati, compresi quelli  di Bihac (città di 60.000 abitanti a una ventina di km dal confine croato): il campo "Bira" - di cui ci siamo occupati in passato - è stato chiuso a causa delle proteste degli abitanti, sindaco in testa, che dei migranti non ne vogliono sapere; mentre quello di Lipa, a pochi km da Bihac, è stato prima predisposto per lo sgombero e poi distrutto da un incendio, non si sa se doloso o meno. Una parte dei migranti è stata fatta salire su alcuni pullman con destinazione Bradina, un piccolo centro tra Sarajevo e Mostar, ma, dopo essere stati respinti dalla popolazione hanno dovuto far ritorno a Bihac. Gli altri si aggirano come spettri attorno ai vecchi centri d'accoglienza. Ogni giorno alcuni volontari della Croce Rossa Internazionale cercano in qualche modo di soccorrerli, ma possono ben poco in mancanza di strutture adeguate per un minimo di ospitalità. 

 

 

         Europa, tante chiacchiere, un po' di euro, zero controlli. La crisi balcanica è iniziata nel 2016, quando alcuni paesi europei hanno chiuso le frontiere e bloccato le migrazioni. Così, masse di disperati provenienti per la maggior parte dalla Siria, dall'Iraq, dall'Afghanistan, dal Pakistan, tentano ogni giorno di raggiungere le frontiere con la Croazia e la Slovenia per chiedere il sacrosanto diritto di asilo o la protezione umanitaria, istituti previsti dalle normative dell'Unione Europea, di cui i due paesi fanno parte. Ma tant'è, alcune nazioni europee non rispettano affatto i dettami comunitari, soprattutto in tema di diritti umani: vedi la Croazia, l'Ungheria, la Polonia, la Romania, la Bulgaria, ecc.

 

 

           E pensare che l'Unione Europea ha stanziato dal 2018 ad oggi 13.8 milioni di euro a favore dei migranti e rifugiati della Bosnia-Erzegovina (fonte Commissione Europea), senza però predisporre nessun strumento di controllo. Dunque, dove sono finiti tutti quei soldi? Sarebbe interessante saperlo, visto che siamo nel bel mezzo di una catastrofe umanitaria. E le nostre autorità italiane? Qualche dichiarazione da parte di un indaffarato Ministero degli Esteri e poco più.

 

          Comunque, la rete delle piccole associazioni umanitarie si sta muovendo, anche se con grande difficoltà a causa  della crisi sanitaria e degli ostacoli normativi all'assistenza messi in piedi dalle autorità della Bosnia-Erzegovina. Ora le frontiere sono quasi sigillate e portare aiuti è molto più complesso che in passato. Ciò nonostante, stiamo pensando a qualche modalità di trasporto umanitario in collaborazione con altre associazioni, di cui vi daremo conto prossimamente.

 

Per ora, lanciamo una prima raccolta fondi, che destineremo
ad una piccola ma efficiente associazione veneziana,Lungo la rotta balcanica, che opera da anni in Bosnia-Erzegovina e nelle isole greche, in collaborazione con i volontari di Rivolti ai Balcani e dell'IPSIA/Acli

Le donazioni saranno puntualmente documentate attraverso periodiche rendicontazioni. Nessun Euro andrà sprecato.

 

 

 Modalità per la donazione

Bonifico Bancario intestato a

Associazione culturale Finnegans, cc UNICREDIT

 Iban:  IT71O  02008 12013 000104653466

Causale: Emergenza Bosnia-Erzegovina

 

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AssociazioneLungo la rotta balcanica

 

Per informazioni, notizie, reportage che riguardano questa associazione umanitaria, vi allego il link del loro sito:

 

 

https://lungolarottabalcanica.wordpress.com/


 

 

 

 

Grazie a tutti e auguri per un anno migliore, solidale e combattivo!

Diego

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